26 agosto 2019

Roller skaters

Ero già pronto per uscire, inforcare la bici, e svolgere quelle piccole commissioni che i miei mi avevano simpaticamente lasciato per impegnare il pomeriggio tra un compito e l’altro: una capatina al supermercato, un OM per mio padre, e in fine qualcosina per me; quando il campanello suonò. Chi poteva mai essere a quest’ora non presta né tarda, ma comunque insolita per un’improvvisata? Spostai la tenda, e un caschetto blu scorreva avanti e indietro dietro la siepe, e sotto l’inconfondibile faccia di Luca. Ma che voleva? Era già venuto ieri... e poi dov’era il suo scooter? in più c’era qualcosa d’insolito, non solo nel suo caschetto a calotta, e in quel moto irreale, ma in lui rispetto all’ambiente circostante, che non riuscivo a cogliere. Dal suo sguardo furbetto voleva senz’altro entrare, ma io avevo due possibilità: lascialo entrare e perdere altro tempo, o farlo aspettare e sbattergli in faccia, da dietro la cancellata, che io non avevo tempo per lui, così imparava anche l’inopportunità di presentarsi inatteso. Scelsi la seconda, indicandogli il cancello, e subito vi si diresse, a una velocità incredibile. Ma che stava succedendo?

25 agosto 2019

Giornanta nera

Quel giorno proprio avrei dovuto dire di non venire a Luca: visto che ormai i nostri incontri pomeridiani erano scanditi, per tacito accordo, due volte la settimana, martedì e venerdì; ma oggi proprio non era giornata. Un di quei giorni che nascono storti fin dal mattino: questa era l’idea che avevo e che perdurò per tutto il mattino, anche nel ritorno con sua madre. Volevo solo starmene da solo coi miei pensieri, non vedere nessuno, nemmeno lui, perché scontavo già che avremmo finito per litigare: mi conoscevo troppo. Ma non ce la feci a dirglielo, per non sentirmi subissare di domande, e nella speranza che nel frattempo il nervoso mi sarebbe passato.

24 agosto 2019

Finalmente a cena

Comparve in cucina una gran buffa macchia scura, quasi un omino Michelin tutto vestito di nero; ma dov'era finita la sua solita tinta di blu, che lo accompagnava sempre durante le trasferte a casa mia: quella consueta dei suoi jeans oltremare? Poi, in quel groviglio scuri, comparve finalmente un tocco di colore, nel biondo dei suoi capelli, una volta levatosi il casco; ma il su-di-lui mio colore preferito comparve solo alla volta di una distinta camicetta turchese, che, levata la giacca, assieme a quei pantaloni, all'occhio, di pregevole fattura, sembrava formare un completo elegante: ma non era un vero... non era un completo, né un coordinato, né un abito da sera, ma solo un semplice abbinamento: solo da lui così impeccabilmente portato, da sembrare abbinato dall'occhio esperto di uno stilista finocchio.